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Perché il lavoro del commercialista è pronto per l’AI
La professione del commercialista vive in un ecosistema normativo denso, mutevole e ad alta responsabilità. Tra aggiornamenti continui di leggi e interpretazioni degli enti, il tempo si consuma nella ricerca e nel controllo delle fonti, proprio quando la pressione dei clienti impone risposte rapide e impeccabili. In questo contesto l’intelligenza artificiale non è solo un acceleratore: è un abilitatore di qualità che, se alimentato da contenuti certificati e governato da policy chiare, consente di spostare l’energia dalle attività ripetitive al valore consulenziale.
Nelle aziende, figure come CFO e tax manager condividono lo stesso obiettivo: automatizzare l’operatività quotidiana e ottenere rapidamente informazioni precise, autorevoli e aggiornate per sostenere decisioni strategiche. Il beneficio si estende alle funzioni HR, chiamate a orchestrare nuove competenze, processi e metriche di impatto.
Affidabilità, privacy e trasparenza: i criteri non negoziabili
L’AI nel fisco e nella contabilità richiede una base solida: contenuti redazionali certificati, aggiornati in modo continuo e tracciabile, e modelli addestrati in ambienti protetti per ridurre al minimo le allucinazioni. È il principio che ispira soluzioni come One FISCALE AI di Wolters Kluwer Italia, costruite su patrimoni documentali verificati e su un metodo che mantiene il professionista al centro. Questo approccio si avvale di un confronto strutturato con il mercato (commercialisti, tax manager, avvocati tributaristi, dirigenti di enti istituzionali) per intercettare trend e bisogni reali, trasformandoli in funzionalità utili e pertinenti.
Per gli studi e le direzioni aziendali, il quadro etico e normativo deve includere: trasparenza delle fonti, certificazione del dato, privacy by design e sicurezza dell’ambiente applicativo. La supervisione umana resta parte integrante del processo: l’AI fornisce la base, il professionista esercita giudizio, contestualizzazione e responsabilità.
Dai documenti alla risposta: come cambia il flusso di lavoro
Prima dell’AI, la ricerca di un inquadramento fiscale implicava consultazioni su più banche dati, catalogazione dei risultati e stesura della risposta. Oggi, con sistemi addestrati su corpora strutturati e segregati, la catena si comprime: il professionista ottiene risposte rapide, chiare e verificabili, collegate a fonti aggiornate. L’impatto è concreto: tempo recuperato, riduzione degli errori e più spazio per attività a maggior valore come pianificazione, scenari e supporto alle decisioni dei clienti.
Questo passaggio non è solo tecnologico ma culturale: impone metodologie di test ricorrenti, addestramento continuo dei modelli e feedback ciclici con esperti interni ed esterni. In altre parole, l’AI entra nei processi come infrastruttura editoriale e metodologica, non come gadget. Per gli studi professionali e le imprese, il risultato è un supporto decisionale di qualità, coerente con le regole e allineato al contesto operativo.
La regia dell’HR tra competenze, policy e impatto organizzativo
La trasformazione richiede una regia chiara, spesso in capo a HR insieme a CFO e responsabili compliance. Le priorità sono concrete e attuabili:
- Definire policy di utilizzo dell’AI: casi d’uso ammessi, livelli di responsabilità, log delle interazioni e criteri di escalation.
- Predisporre dataset affidabili e controllati, con versioning e tracciabilità delle fonti.
- Formare le persone su prompt efficaci, lettura critica delle risposte e gestione delle eccezioni.
- Monitorare privacy e sicurezza dell’ambiente applicativo, anche rispetto ai flussi di dati con terze parti.
- Mappare le competenze e attivare percorsi di reskilling per spostare attività da esecuzione a consulenza.
- Misurare l’impatto con KPI su tempi di risposta, qualità delle fonti, riduzione degli errori e valore per il cliente.
Il punto d’arrivo è un modello operativo in cui l’AI riduce la complessità informativa e eleva il ruolo del professionista. La tecnologia diventa alleata di etica e qualità quando è alimentata da contenuti certificati, governata da processi trasparenti e inserita in una cultura della responsabilità. È qui che l’innovazione esprime al meglio il suo potenziale per commercialisti, imprese e persone.