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Commercialisti e AI, le priorità HR per innovare gli studi

Legge di bilancio 2025, riforma fiscale e AI accelerano la trasformazione degli studi: numeri, incentivi e una roadmap HR per competenze, tutela e competitività.

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Un’occasione concreta: Legge di bilancio 2025 e riforma fiscale

La trasformazione digitale degli studi professionali non è più rimandabile. La Legge di bilancio 2025 e la riforma fiscale aprono una finestra di opportunità che i commercialisti possono tradurre in vantaggio competitivo, a partire da processi più snelli, tecnologie integrate e nuove competenze. Le misure in manovra spingono l’adozione di strumenti avanzati: riduzione dell’aliquota IRES per le imprese che reinvestono gli utili, semplificazione dell’IRPEF con tre scaglioni (23% fino a 28.000 euro, 35% tra 28.000 e 50.000 euro, 43% oltre), taglio del cuneo fiscale reso strutturale con una detrazione di 1.000 euro fino a 32.000 euro, gradualmente ridotta fino a 40.000 euro. Si aggiungono il potenziamento del credito d’imposta Transizione 5.0 e l’estensione dell’obbligo di fatturazione elettronica ai forfettari, segnali chiari di una spinta alla digitalizzazione che riguarda direttamente gli studi.
Questa cornice normativa chiede alle direzioni HR di ripensare ruoli e organizzazione: adottare ERP e piattaforme di compliance, alleggerire le attività ripetitive e investire su formazione continua per valorizzare la consulenza ad alto valore. L’innovazione, inclusa l’AI, diventa un asset strategico tanto per la compliance quanto per la qualità della relazione con i clienti.

Dallo studio contabile all’impresa dei dati

La professione evolve da un modello centrato su raccolta ed elaborazione a un approccio orientato all’analisi e alla strategia. Il quadro demografico conferma una comunità ampia e in crescita: secondo il Rapporto 2024 sull’Albo dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili si contano oltre 120mila iscritti, 132 Ordini territoriali, oltre 11mila praticanti, con il 33,8% di donne e il 15% di under 40. Le prospettive economiche sono solide: la Cassa Dottori Commercialisti stima per il 2025 un avanzo di amministrazione oltre 715 milioni di euro e una platea di associati pari a 75.007, in aumento dell’1,1% anno su anno.
In questo contesto, la leva HR è decisiva per sostenere l’evoluzione dello studio in “impresa dei dati”: competenze digitali diffuse, team ibridi tra fiscalità e tecnologia, percorsi di reskilling e upskilling su analytics, privacy e sicurezza. La diversità generazionale e di genere diventa un vantaggio competitivo se accompagnata da modelli di lavoro flessibili e da una cultura orientata a servizi personalizzati e a una consulenza proattiva.

AI e strumenti digitali: dal potenziale alla pratica

L’Intelligenza Artificiale è ormai un alleato operativo per l’analisi dei flussi finanziari, la previsione dei rischi e la definizione di strategie fiscali mirate. Nel 2024 il mercato italiano dell’AI ha raggiunto 1,2 miliardi di euro, con una crescita del 58% rispetto all’anno precedente. Le sperimentazioni di AI generativa valgono il 43% del mercato, mentre il restante 57% riguarda soluzioni di AI tradizionale. L’adozione negli studi, però, è ancora disomogenea: secondo l’Osservatorio del Politecnico di Milano, il 23% ha investito più di 10.000 euro in tecnologie digitali e il 37% tra 3.000 e 10.000 euro. La priorità per le funzioni HR è trasformare questi investimenti in competenze e processi scalabili, con una governance che mitighi rischi e bias, nel pieno rispetto dei principi etici.
Per accelerare l’adozione in modo sostenibile, le funzioni HR degli studi possono focalizzarsi su queste priorità:

  • Mappare le competenze e costruire percorsi di formazione continua su ERP, analytics, AI e gestione della compliance.
  • Definire policy etiche per l’uso dell’AI, includendo trasparenza, explainability, tutela della privacy e qualità dei dati.
  • Integrare l’architettura applicativa (ERP, fatturazione elettronica, piattaforme di controllo interno) per ridurre errori e tempi di lavorazione.
  • Gestire il cambiamento con comunicazione interna, champion digitali e obiettivi misurabili di adozione.
  • Misurare l’impatto con KPI su produttività, accuratezza, time-to-compliance e soddisfazione del cliente.
  • Curare cyber e privacy con controlli di accesso, cifratura, audit trail e formazione mirata su phishing e data handling.
  • Allineare benefit e carriera a skill digitali e responsabilità consulenziali, per attrarre e trattenere talenti ibridi.

Rischio, assicurazioni e fiducia digitale

La spinta all’innovazione rende centrale la Responsabilità Civile Professionale. L’adozione di strumenti digitali e il continuo aggiornamento normativo aumentano la complessità dei processi, perciò la copertura RCP diventa un tassello strategico del risk management. Il mercato assicurativo risponde con polizze personalizzabili, capaci di calcolare il rischio in tempo reale e di offrire tariffe su misura, anche grazie a soluzioni Insurtech. Questa intersezione tra AI, Insurtech e riforma fiscale amplia il ruolo del commercialista oltre la burocrazia, verso consulenza finanziaria, gestione del rischio e ottimizzazione degli investimenti.
La governance del rischio va integrata con criteri ESG e principi etici “by design”, così da consolidare fiducia e trasparenza lungo tutta la catena del valore. Con tecnologie adeguate, formazione mirata e tutele assicurative evolute, gli studi possono trasformare la conformità in un motore di innovazione, offrendo servizi più efficaci e di maggiore valore per clienti e persone.

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